Quante volte hai sentito al termine di una gara qualcuno
lamentarsi che il GPS gli segnava una distanza diversa da
quella ufficiale di gara? Magari è capitato proprio a te. Si
trattava sempre di qualcosa in più o in meno e ogni volta
l’errore veniva attribuito a chi aveva misurato il percorso
o ai GPS stessi. Perché se tutti partono dallo stesso punto
e arrivano nello stesso punto, come è possibile che ci siano
certe differenze, a volte anche sostanziali?
Può infine anche capitare che si
attribuiscano queste differenze ai diversi produttori di
GPS, e allora nascono infinite discussioni su quale è più
affidabile e quale no.
La verità, come al solito, sta un po’ in tutti questi
ragionamenti ma anche altrove.
I GPS MENTONO?
Partiamo dal primo imputato: i percorsi di gara sono davvero
lunghi quanto dicono le organizzazioni? Trattandosi di gare
ufficiali, la risposta è sì: le distanze sono certificate e
misurate con strumenti accurati. I tracciati però si snodano
su sezioni stradali ampie e gli organizzatori tracciano una
linea ideale che misura effettivamente quanto dichiarato, ma
misurata secondo determinate traiettorie. Cosa significa?
Significa che se corri al di fuori di questo tracciato può
capitarti di fare più o meno metri di strada. Se tutti i
concorrenti procedessero lungo il tracciato infatti si
dovrebbe correre in fila indiana: non molto pratico, no?
Allora sono i GPS! Sì e no ...
Innanzitutto: il segnale del GPS può essere disturbato da
alberi ed edifici e fornire quindi letture non precise.
Assumendo però che funzionino alla perfezione e non siano
disturbati, perché si verificano comunque difformità fra il
dato “fisico” e quello misurato dal GPS? Essenzialmente per
due motivi.
I GPS sono accurati fino a un certo
punto. Non per cattiveria del produttori ma perché le
esigenze di miniaturizzazione e di contenimento del consumo
energetico impongono qualche sacrificio, tipo l’accuratezza
della rilevazione. Ci sono GPS molto più precisi sul mercato
e sono quelli che usano i geografi e i sismologi per
misurare gli spostamenti delle croste terrestri ma hanno dei
problemi: devono essere installati su postazioni fisse (cosa
che un runner, per definizione, non è), costano dai 5 agli 8
mila dollari, sono grandi come un libro e pesano
altrettanto.
La buona notizia è che con il passare del tempo e il
progresso avremo al polso sistemi sempre più sofisticati e
precisi. Ulteriore importante nota: i modelli di punta dei
diversi produttori (tipo quelli da triathlon) hanno già GPS
più accurati ma costano anche di più. Però in un futuro
prossimo saranno disponibili a prezzi più contenuti anche
per il consumatore medio e con meno esigenze.
Un GPS da polso rileva la tua posizione per punti discreti,
cioè non continui. Immagina che la rilevi ora e fra una
frazione di secondo, quando tu sei già in un altro punto
sulla mappa. Il tracciato che otterrà è fatto di punti che
spesso non stanno nemmeno sulla stessa curva o linea ma che
scartano un po’ a destra e un po’ a sinistra. Per fornire la
lettura più attendibile della distanza quindi, un algoritmo
di occupa di uniformare questi dati in modo che l’unione dei
segmenti che rappresentano la tua corsa stiano su un unico
tracciato. Che inevitabilmente non è esattamente quello che
hai percorso ma una sua approssimazione. Una media, diciamo.
Cosa succede quando giri un angolo? Può succedere che
l’algoritmo non consideri la tua corsa fino al punto in cui
hai effettivamente girato l’angolo ma lo “tagli via”,
fornendoti quindi una distanza più breve. Poche decine di
centimetri, s’intende, che però sommati alla fine posso dare
scarti di metri. Ecco da dove può nascere non tanto l’errore
quanto la difformità della lettura.
C’È UNA SOLUZIONE?
Allo stato attuale non è possibile ottenere rilevazioni
precise al centimetro ma sicuramente delle validissime
approssimazioni.
Per correggere l’errore “necessario” dell’algoritmo di
interpolazione dei punti discreti alcuni modelli considerano
anche le letture del giroscopio interno, che rileva con più
precisione i cambi di direzione e gli sbandamenti. Quanto
più il dato fornito dal GPS è insomma “sporco”, tanto più è
utile introdurre la correzione del giroscopio che può
confermare o meno che in quel tratto tu stessi veramente
correndo come un ubriaco. Davvero lo stavi facendo? Suvvia!
Come detto sopra però, non tutti i modelli usano anche i
giroscopi, o almeno non quelli di fascia bassa.
La soluzione più economica ed efficace è
comunque quella di non prendersela, sapendo che l’errore
c’è, è più o meno piccolo e che si corre anche per altri
motivi, tipo divertirsi.
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