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Argomento : Eco-mezza maratona Val d'Orcia 26.12.12 |
Tempus fugit
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28/12/2012
ora 02:39:42
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Programmando con qualche settimana di anticipo un periodo di ferie per Natale in Toscana, nel senese, ho scoperto che per S.Stefano a Pienza, si sarebbe svolta una mezza maratona. Sulla rivista Runner's world vedo che è classificata come trail, di cui non ho ancora esperienza; tuttavia sento ancora viva la soddisfazione e l'entusiasmo per avere percorso la "maratonina" di S.Marino con le sue salite. Quindi continuo a cercare informazioni qua e là su internet. Non trovando indicazioni chiarissime decido di contattare uno degli organizzatori per la pre-iscrizione. Questi mi risponde che si tratta di una "cosa (un refuso per "corsa" ?!) mista" dove la parte asfaltata costituisce un ventesimo del tutto. Mah, decido comunque audacemente di confermare iscrizione, anche se conscio dei rischi da "sovraccarico" dovuti ai festeggiamenti natalizi...In fondo mi troverò in Toscana, una delle regioni più affascinanti d'Italia, di cui io e mia moglie adoriamo la cucina: quindi visto che sarò lì acchiappo l'opportunità della corsa al volo, ma a tavola onorerò come si deve il luogo ed il tempo! Per raggiungere Pienza da dove mi trovo sotto Siena, la mattina di S.Stefano scorrazzo con l'auto ad alta velocità per le colline della stupenda Val d'Orcia, patrimonio dell'umanità. Già questo mi fa subito pensare che la corsa non si svolgerà certo per superfici diritte e pianeggianti...C'è inoltre una grande curiosità, di tipo podistico-antropologica , quella di gareggiare accanto ai podisti toscani, e vedere se saranno atleticamente al 100% della forma e "asceticamente" tutti belli tirati in un periodo come questo. Parcheggio la macchina a pochi passi dal centro storico, mentre montano entusiasmo e questa gran curiosità, e mi reco a ritirare il pettorale proprio presso la piazza Pio II, sotto al porticato di fronte alla maestosa cattedrale rinascimentale. La partenza si trova proprio nel bel mezzo del centro della cittadina di Corsignano fatta ricostruire ed abbellire nella seconda metà del Quattrocento e ribattezzata appunto Pienza da Enea Silvio Piccolomini, poi papa Pio II. Nel piazzale sempre antistante al duomo è stato addirittura acceso un fuocherello accanto al quale è piacevole sostare. Ma il clima è decisamente primaverile: la temperatura è superiore ai 10°C, il cielo è parzialmente coperto ma di tanto in tanto si fa vedere il sole. E' un S.Stefano eccezionale! I partecipanti alla corsa sono al 99% provenienti da società di tutte le parti della Toscana. Noto subito che è già esposto tabellone con gli elenchi di tutti i podisti (ufficialmente ben 449).E per la prima volta mi capita un pettorale bassissimo! Cerco sugli elenchi la presenza di qualche podista emiliano_romagnolo ma non mi pare di vederne alcuno...monta quindi l'orgoglio di essere l'unico romagnolo presente!(beata ingenuità). Nell'attesa della partenza mi piace guardarmi intorno ed osservare i partecipanti, per cercare di cogliere qualche segno distintivo dei toscani. Non noto differenze eclatanti rispetto ai podisti di casa nostra...forse qualche battuta in più nelle chiacchiere pre-gara, una maggiore goliardia. Finalmente sento qualcuno rammentare gli stravizi delle feste, il cappone ancora sullo stomaco ecc. Il che mi tranquillizza un pò, nel senso che non mi fa sentire come l'ultimo degli incoscienti, e non sarò l'unico a dovere scontare gli inevitabili peccati di gola delle feste... Dopo avere posato ad una foto generale sulla piazza, e dopo 30 secondi di silenziosa commemorazione di un runner toscano che qualche giorno fa c'era ancora ed oggi non c'è più, è ora di partire!! Le fasi iniziali della corsa sono colorite e un pò caotiche. La partenza dal piccolo centro della cittadina costringe il festoso flusso dei tanti podisti a stringersi e mantenersi molto raccolto. Per le prime centinaia di metri non c'è modo di avanzare, lo spazio per tentare di sgattaiolare ai lati è quasi nullo. Appena usciti dalla porta del centro storico s'imbuca una sentiero laterale che conduce verso il basso, attraverso gli ulivi. Ancora nel pieno del flusso, a visuale coperta dalla ressa, un podista poco avanti a me va ad urtare abbastanza violentemente contro una colonnina bassa, quasi ad altezza basso ventre. Fortunatamente questi si rialza subito e di lì a pochi minuti già mi riprende e mi supera! Meglio per lui! La corsa è subito in gran discesa. La cosa "mi piace poco" in quanto ciò significa che al ritorno ci sarà da scarpinare parecchio in salita...Intanto me ne approfitto e da runner incosciente mi precipito giù a rotta di collo. Scesi giù per un paio di km dalla collina ove sorge Pienza, comincia il percorso attraverso le colline della Val d'Orcia. Mirabili paesaggi, panorami di un territorio unico che nelle lontananze, lieve ed ondulato, pare quasi dipinto, sicuramente distraggono dalle prime fatiche. A partire dal km 3/4 cominciano infatti i primi saliscendi. Ancora nella fase di pura "estasi" da paesaggio proseguo con lo sguardo verso le avanguardie della corsa che si allontanano all'orizzonte... I saliscendi cominciano a farsi più marcati diciamo verso il km 10/11. Qui più o meno m'imbatto in un podista fiorentino 61enne (ci parlerò a fine gara)che calza le superminimaliste, pittoresche Vibram. Poco dopo mi supera invece un signore con le cuffiette alle orecchie e la musica rock a palla... - Ehi, dopato! - sarei quasi tentato di dirgli ...mah, si vede che qui il grave reato di doping "mentale" o musicale non è contemplato!! Proseguendo, oltre alle fatiche che si fanno sempre più faticose. compare un nemico molto insidioso: il FANGO . Non appena cominciano i sentieri fangosi ognuno cerca di stare sulla scia di chi lo precede, ma è inevitabile per tutti impantanarsi e quasi appiccicarsi al fondo...Ecco per me un'esperienza nuovissima e a dire il vero ciò che mi infastidisce e quindi affatica più di tutto sono i resti di fanghiglia che rimangono a lungo sotto e ai lati delle calzature, e quindi trasmettono una sensazione esagerata di appesantimento al corpo in corsa. Per quasi tutto lo svolgimento della corsa resto nelle prossimità di alcuni corridori di una società di triathlon di Grosseto, con le loro belle divise blu decorate dal tricolore. Io sfoggio invece un nuovo "Tempus fugit". Quando capita di ridiscendere come al solito tiro il respiro precipitandomi abbastanza velocemente. Sono momenti di puro divertimento che fanno da contraltare alle salite sempre più faticose. Durante una ripida e fangosissima discesa invece mi fanno sorridere le scaramucce tra due compagni di corsa che si spintonano neanche troppo scherzosamente sul fondo scivoloso e malfermo! Per la gara questa volta mi sono portato dietro due borracce con integratori e pure del carbogel. I punti di ristoro non mancano (ne conterò 4 in tutto) ma stavolta per sicurezza ho preferito organizzarmi da solo e vedere le reazioni dell'organismo. Reagirà abbastanza bene. La gara prosegue e mi batto ad ogni metro ormai. Ecco l'ultimo "muro" a poco meno di 3 km dal traguardo. Qui penso che non ce la farò, non credo di avere mai faticato tanto, ma mi rendo conto che il fisico c'è, come sempre o spesso capita si tratta di un maledetta faccenda di testa...mi convinco che ce la devo fare, arrivato a quel punto...Non vedo dei fenomeni intorno a me, non ci sono degli "stambecchi" che mi scavalcano veloci... Quindi proseguo, anche se lentamente ma sicuramente fino alla fine. C'è un curiosissimo ultimo tratto di circa 500 metri attraverso il bosco, per un sentiero dove si passa al massimo uno alla volta...lì in mezzo nonostante tutto si corre veloci, ma sembra il luogo ideale per...un agguato! Negli ultimi duecento metri in pieno centro storico riesco pure a fare uno scatto, superando qualcuno, e a non restare troppo dietro al gruppetto di atleti che sull'ultima salita mi aveva superato. Arrivo distrutto ma arcicontento e soddisfatto. Ne è valsa la pena mi dico, accidenti... Necessario subito riprendere energie. Il ristoro sotto il porticato è ben fornito: qui trovo pizzette, affettato, bruschette, oltre a quanto prediligo di dolce come crostate, biscotti, frutta (inclusa uva passa), e l'immancabile tè caldo. Ritrovo il podista fiorentino con le Vibram ai piedi, al quale chiedo come si trovi a correre con quel tipo di calzature. Questi mi racconta che fin da ragazzino è abituato a correre addirittura a piedi nudi, quindi è come se gli fosse cresciuta una pelle più dura e resistente che gli permette di indossare le scarpe minimaliste. Ovviamente ha sviluppato anche un modo di correre diverso da quello tradizionale...Gli faccio i miei complimenti e vado a ritirare il pacco gara: un maglietta tecnica azzurra della NB. In giro vedo volantini e pubblicità di prossime gare in Toscana: tutte corse che prevedono ovviamente percorsi collinari, attraverso stupende località. Vien voglia di trasferirsi a vivere in questa regione solo per prendere parte a queste gare...Ma un romagnolo è sempre radicato nella sua terra, attaccato sia alle piatte campagne che alle stupende colline che pure noi abbiamo. Mi propongo per il 2013 di non farmi sfuggire le tradizionali corse collinari e, chissà, di prendere parte a qualche trail. Nel pomeriggio ritornato alla base dai miei familiari mi godo l'ultima giornata di relax toscano, prima di ripartire per la Romagna all'indomani. Buon fine anno a tutti, e a chi ci sarà arrivederci a San Pancrazio, Tempus fugit |
ThoMas sacrato
Postato
il
05/01/2013
ora 10:16:54
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Ci sono!
Il piccolo Poirot che c'e' in me, stavolta ci ha messo un po' ...
Il podista pittoresco fiorentino 61 enne con le five fingers, molto probabilmente altri non e' che il gia' citato podista scalzo di Voltana, in questo momento sulla home page di romagnaPodismo ... l'eta' almeno coincide, e lo spirito pure ;-)
ThoMas sacrato
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