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LE SCARPE DA RUNNING
(Tratto dal libro: “La mia maratona “
Enrico Arcelli – Fulvio Massini Ed. Correre)

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Le scarpe per correre sono un elemento importante per il podista non si può prescindere da un buon paia di scarpe adatte alle nostre caratteristiche fisiche, posturali e tecniche. Prima di acquistare un paia di scarpe da running è importante effettuare un test baropodometrico per valutare la tipologia di appoggio, se siamo pronatori (appoggio interno ) , supinatori (appoggio  esterno) o neutri (arco normale). Una volta valutato il tipo di appoggio ci si può orientare meglio sulla scarpe da acquistare, cercando sempre di recarsi presso negozi specializzati che possano dispensare consigli utili sull’acquisto. Vediamo adesso alcune caratteristiche della scarpa. 

Come è fatta la scarpa 

La scarpa da running è costituita da vari elementi assemblati tra loro: Tomaia, la conchiglia, l’intersuola, il battistrada. Vediamo in dettaglio le caratteristiche alle quali si deve prestare attenzione: 

  • La Tomaia: è costituita da nailon traforato , avvolge il piede nella parte superiore. Essa può essere tubolare, rigida, mista. Per verificare il tipo di tomaia è necessario alzare la soletta interna. La tomaia tubolare è costituita per tutta la superficie interna della scarpa, da una tavoletta di materiale pressato, essa è più comodo rispetta alla tomaia “rigida”, la quale presenta delle cuciture che conferiscono più stabilità alla scarpa. In alcuni modelli la tavoletta di materiale rigido finisce a metà scarpa per il proseguire poi con le cuciture ,e queste scarpe sono a “tomaia mista”.
  • La Conchiglia: è la parte posteriore della tomaia, quella rigida, nelle scarpe da running è in termoplastica, ha il compito di dare stabilità alla scarpa.
  • L’intersuola: è la parte centrale della scarpa, la più importante. È costituita in Etil – Vinil – Acetato, un prodotto del petrolio indicato con la sigla EVA. Può anche essere costituito da poliuretano o da mescole di poliuretano con EVA o con polietilene. All’interno dell’intersuola ci sono i sistemi di ammortizzazione, in continua evoluzione, ed hanno lo scopo di conferire maggior capacità di ammortizzamento alla scarpa. Ancile paia di scarpe presentano lo “shank”, un supporto di una mescola più dura situato nella parte mediale dell’intersuola.
  • Il battistrada: attaccato all’intersuola, ma può anche far parte dell’intersuola stessa, costituito da gomma vulcanizzata si presenta in vari colori secondo della consistenza. Ha il compito di ottimizzare l’attrito con il suolo.

Una volta analizzato le caratteristiche anatomiche e strutturali della scarpa da running, vediamo adesso come analizzare in dettaglio le caratteristiche tecniche della scarpa. 

Il dislivello della scarpa  

Per valutare com’è fatta una scarpa è opportuno verificare la differenza di altezza che c’è fra la parte anteriore dell’intersuola, e la parte posteriore. Un’intersuola alta nella parte posteriore e bassa nella parte anteriore è adatta ad atleti non molto forti e piuttosto pesanti. Un meno accentuato dislivello fra tallone e pianta, è una caratteristica delle scarpe adatte ad atleti più leggeri e più forti. Le scarpe a loro volta possono essere suddivise in : 

Scarpe neutre: non presentano particolari rinforzi nella parte mediale dell’intersuola, non hanno nessun tipo di shank.

Scarpe antipronazione: quando nella parte mediale  della scarpa è stato sistemato uno shank, con lo scopo di sostenere il piede durante l’appoggio, si dice che la scarpa è antipronazione. Lo shank può essere piccolo, situato nella parte centrale e posteriore mediale della scarpa; può interessare soltanto la zona del tallone; oppure può estendersi dal tallone alla parte centrale del piede. Può anche variare la consistenza e la durezza dello shank che può essere inserito nella scarpa solo per sorreggere l’appoggio , oppure per evitare l’eccesso di pronazione.

Scarpe antisupinazione (antiversione): purtroppo le aziende che producono modelli di questo tipo sono pochi perché sono rari i podisti che tendono a spinare, a mandare il piede verso l’esterno (io sono uno di loro). Il supporto antipronazione è costituito da una parte di intesola più dura e più spessa situata nella parte laterale posteriore della scarpa.  

Classificazione delle scarpe (Correre scarpe & sport del 2003) 

  • A1 superleggere: peso inferiore ai 250gr, hanno un dislivello minimo, sono dure, poco ammortizzante, sono adatte ad atleti molto bravi tecnicamente e senza problemi di appoggio, solo in casi eccezionali vanno bene per gli amatori, non sono adatte ai principianti.
  • A2 intermedie: peso fra 250 ed i 290 gr, hanno dislivello superiore rispetto alle superleggere e soprattutto sono maggiormente ammortizzate, questa è la scarpa adatta ad amatori con discreta tecnica di corsa e on un buon livello di allenamento.
  • A3 massimo ammortizzamento: classica scarpa da allenamento per moltissimi amatori, per la maggior parte dei principianti può costituire anche la scarpa da maratona, pesa oltre 300gr.
  • A4 stabili: peso oltre 300gr hanno tutte il supporto antipronazione.

Una volta aver valutato le caratteristiche tecniche della scarpa, aver analizzato la classificazione delle diverse tipologie di scarpe in commercio, vediamo quale può essere la scelta giusta per ognuno di noi podisti. 

La scarpa più giusta 

Come abbiamo visto nella premessa iniziale è importante nel momento in cui andiamo ad acquistare le scarpe di recarsi presso negozi specializzati che sappiamo dare dei consigli utili. È opportuno evitare scarpe stabili e le scarpe antipronazione per eccellenza, in quanto difficilmente i podisti presentano lo stesso livello di pronazione da entrambe le parti. Chi ha problemi di pronazione potrà ugualmente correre con scarpe neutre con un buon dislivello, e in casi eccezionali, potrà ricorrere all’uso di ortesi plantari. Ai principianti si consiglia di usare un solo paio di scarpe per l’allenamento e per la gara, da scegliere fra quelle con massimo ammortizzamento (per i corridori più pesanti) e quelle intermedie (per corridori più leggeri). Il piede acquisisce una sua sensibilità propriocettiva che non può essere sconvolta cambiando continuamente scarpe. Una volta individuato il tipo di scarpa , il consiglio è quello di provare due o tre modelli dello stesso tipo, ma di marca differente. Non limitatevi a indossare le scarpe restando seduti, ma effettuata una corsetta sul posto o se possibile su tapis roulant che alcuni negozianti mettono a disposizione. Nell’indossare le scarpe fate in modo di utilizzare il calzino che mettete quando correte. Se non siete tecnicamente molto bravi, non optate per scarpe dalla risposta elastica “secca”, con scarso potere ammortizzante, scegliete quelle con maggiore capacità di ammortizzazione. Non prendetele della stessa misura delle scarpe da passeggio, ma nemmeno troppo grandi, di solito un numero in più sarà la misura giusta. Le donne dovranno calzare modelli adatti a loro, il piede femminile ha caratteristiche anatomiche diverse da quelle dell’uomo. Troppo spesso la scarpa può essere causa di traumi, è quindi obbligatorio iniziare subito con le scarpe adatte alle proprie caratteristiche e esigenze. Il consiglio è : non abbiate fretta ad acquistare le scarpe, fate delle scelte oculate e mirate, scegliendo sempre scarpe di qualità.  

Quando cambiare le scarpe 

L’EVA dell’intersuola tende  lasciare uscire aria quindi a perdere il proprio potere ammortizzante, in genere un paio di scarpe può durare 800/1000 chilometri, ma è del tutto individuale. In ogni caso, la scarpa, è da cambiare quando il battistrada è consumato fino quasi a scoprire l’intersuola. Vediamo alcuni dettagli in particolare: 

  • La scarpa si consuma nella parte laterale esterna del tallone, quando il battistrada è finito, ovvero l’appoggio avviene direttamente con l’intersuola, cambiare le scarpe;
  • La scarpa è consumata nella parte mediale, il consiglio è di sostituire la scarpa con una di tipo neutro o con leggero shank e rivolersi ad un ortopedico per valutare l’opportunità di inserire un ortesi plantare;
  • La scarpa è consumata all’altezza dei metatarsi, deve essere sostituita con una scarpa con minore dislivello.

Oltre a questi accorgimenti, è opportuno valutare l’intersuola, l’esaurimento della scarpa non avviene soltanto quando si consuma il battistrada, anche l’EVA, si scarica. Ogni tanto è opportuno osservare le scarpe dal dietro e valutare se l’intersuola è diritta oppure ha ceduto all’interno o all’esterno, se ci sono cedimenti la scarpa è da cambiare. 

Come allacciare le scarpe 

Durante l’allenamento e la gara il piede tende a gonfiare, per questo è preferibile, non allacciare troppo stretta la scarpa, ma nemmeno tenere le stringhe troppo lente, perché il piede tende a “ballare”. Il modo migliore per allacciare le scarpe è fare il fiocco con le stringhe ed infilare le estremità di esse sopra la linguetta, evitate di stringere troppo potrebbe creare troppo pressione sul collo del piede. 


Buona corsa e buon divertimento!

Prof. Antonacci Ignazio
www.runningzen.it

ignazioantonacci@runningzen.it

 

 

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