Le scarpe
per correre sono un elemento importante per il podista non si
può prescindere da un buon paia di scarpe adatte alle nostre
caratteristiche fisiche, posturali e tecniche. Prima di
acquistare un paia di scarpe da running è importante effettuare
un test baropodometrico per valutare la tipologia di appoggio,
se siamo pronatori (appoggio interno ) , supinatori (appoggio
esterno) o neutri (arco normale). Una volta valutato il tipo di
appoggio ci si può orientare meglio sulla scarpe da acquistare,
cercando sempre di recarsi presso negozi specializzati che
possano dispensare consigli utili sull’acquisto. Vediamo adesso
alcune caratteristiche della scarpa.
Come è
fatta la scarpa
La scarpa
da running è costituita da vari elementi assemblati tra loro:
Tomaia, la conchiglia, l’intersuola, il battistrada. Vediamo in
dettaglio le caratteristiche alle quali si deve prestare
attenzione:
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La
Tomaia:
è costituita da nailon traforato , avvolge il piede nella
parte superiore. Essa può essere tubolare, rigida, mista.
Per verificare il tipo di tomaia è necessario alzare la
soletta interna. La tomaia tubolare è costituita per tutta
la superficie interna della scarpa, da una tavoletta di
materiale pressato, essa è più comodo rispetta alla tomaia
“rigida”, la quale presenta delle cuciture che conferiscono
più stabilità alla scarpa. In alcuni modelli la tavoletta di
materiale rigido finisce a metà scarpa per il proseguire poi
con le cuciture ,e queste scarpe sono a “tomaia mista”.
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La
Conchiglia:
è la
parte posteriore della tomaia, quella rigida, nelle scarpe
da running è in termoplastica, ha il compito di dare
stabilità alla scarpa.
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L’intersuola:
è la parte centrale della scarpa, la più importante. È
costituita in Etil – Vinil – Acetato, un prodotto del
petrolio indicato con la sigla EVA. Può anche essere
costituito da poliuretano o da mescole di poliuretano con
EVA o con polietilene. All’interno dell’intersuola ci sono i
sistemi di ammortizzazione, in continua evoluzione, ed hanno
lo scopo di conferire maggior capacità di ammortizzamento
alla scarpa. Ancile paia di scarpe presentano lo “shank”, un
supporto di una mescola più dura situato nella parte mediale
dell’intersuola.
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Il
battistrada:
attaccato all’intersuola, ma può anche far parte
dell’intersuola stessa, costituito da gomma vulcanizzata si
presenta in vari colori secondo della consistenza. Ha il
compito di ottimizzare l’attrito con il suolo.
Una volta
analizzato le caratteristiche anatomiche e strutturali della
scarpa da running, vediamo adesso come analizzare in dettaglio
le caratteristiche tecniche della scarpa.
Il
dislivello della scarpa
Per
valutare com’è fatta una scarpa è opportuno verificare la
differenza di altezza che c’è fra la parte anteriore
dell’intersuola, e la parte posteriore. Un’intersuola alta nella
parte posteriore e bassa nella parte anteriore è adatta ad
atleti non molto forti e piuttosto pesanti. Un meno accentuato
dislivello fra tallone e pianta, è una caratteristica delle
scarpe adatte ad atleti più leggeri e più forti. Le scarpe a
loro volta possono essere suddivise in :
Scarpe
neutre:
non
presentano particolari rinforzi nella parte mediale
dell’intersuola, non hanno nessun tipo di shank.
Scarpe
antipronazione:
quando
nella parte mediale della scarpa è stato sistemato uno
shank, con lo scopo di sostenere il piede durante l’appoggio, si
dice che la scarpa è antipronazione. Lo shank può essere
piccolo, situato nella parte centrale e posteriore mediale della
scarpa; può interessare soltanto la zona del tallone; oppure può
estendersi dal tallone alla parte centrale del piede. Può anche
variare la consistenza e la durezza dello shank che può essere
inserito nella scarpa solo per sorreggere l’appoggio , oppure
per evitare l’eccesso di pronazione.
Scarpe
antisupinazione (antiversione):
purtroppo
le aziende che producono modelli di questo tipo sono pochi
perché sono rari i podisti che tendono a spinare, a mandare il
piede verso l’esterno (io sono uno di loro). Il supporto
antipronazione è costituito da una parte di intesola più dura e
più spessa situata nella parte laterale posteriore della scarpa.
Classificazione delle scarpe (Correre scarpe & sport del 2003)
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A1
superleggere:
peso inferiore ai 250gr, hanno un dislivello minimo, sono
dure, poco ammortizzante, sono adatte ad atleti molto bravi
tecnicamente e senza problemi di appoggio, solo in casi
eccezionali vanno bene per gli amatori, non sono adatte ai
principianti.
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A2
intermedie:
peso fra 250 ed i 290 gr, hanno dislivello superiore
rispetto alle superleggere e soprattutto sono maggiormente
ammortizzate, questa è la scarpa adatta ad amatori con
discreta tecnica di corsa e on un buon livello di
allenamento.
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A3
massimo ammortizzamento:
classica scarpa da allenamento per moltissimi amatori, per
la maggior parte dei principianti può costituire anche la
scarpa da maratona, pesa oltre 300gr.
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A4
stabili:
peso oltre 300gr hanno tutte il supporto antipronazione.
Una volta
aver valutato le caratteristiche tecniche della scarpa, aver
analizzato la classificazione delle diverse tipologie di scarpe
in commercio, vediamo quale può essere la scelta giusta per
ognuno di noi podisti.
La scarpa
più giusta
Come
abbiamo visto nella premessa iniziale è importante nel momento
in cui andiamo ad acquistare le scarpe di recarsi presso negozi
specializzati che sappiamo dare dei consigli utili. È opportuno
evitare scarpe stabili e le scarpe antipronazione per
eccellenza, in quanto difficilmente i podisti presentano lo
stesso livello di pronazione da entrambe le parti. Chi ha
problemi di pronazione potrà ugualmente correre con scarpe
neutre con un buon dislivello, e in casi eccezionali, potrà
ricorrere all’uso di ortesi plantari. Ai principianti si
consiglia di usare un solo paio di scarpe per l’allenamento e
per la gara, da scegliere fra quelle con massimo ammortizzamento
(per i corridori più pesanti) e quelle intermedie (per corridori
più leggeri). Il piede acquisisce una sua sensibilità
propriocettiva che non può essere sconvolta cambiando
continuamente scarpe. Una volta individuato il tipo di scarpa ,
il consiglio è quello di provare due o tre modelli dello stesso
tipo, ma di marca differente. Non limitatevi a indossare le
scarpe restando seduti, ma effettuata una corsetta sul posto o
se possibile su tapis roulant che alcuni negozianti mettono a
disposizione. Nell’indossare le scarpe fate in modo di
utilizzare il calzino che mettete quando correte. Se non siete
tecnicamente molto bravi, non optate per scarpe dalla risposta
elastica “secca”, con scarso potere ammortizzante, scegliete
quelle con maggiore capacità di ammortizzazione. Non prendetele
della stessa misura delle scarpe da passeggio, ma nemmeno troppo
grandi, di solito un numero in più sarà la misura giusta. Le
donne dovranno calzare modelli adatti a loro, il piede femminile
ha caratteristiche anatomiche diverse da quelle dell’uomo.
Troppo spesso la scarpa può essere causa di traumi, è quindi
obbligatorio iniziare subito con le scarpe adatte alle proprie
caratteristiche e esigenze. Il consiglio è : non abbiate fretta
ad acquistare le scarpe, fate delle scelte oculate e mirate,
scegliendo sempre scarpe di qualità.
Quando
cambiare le scarpe
L’EVA
dell’intersuola tende lasciare uscire aria quindi a
perdere il proprio potere ammortizzante, in genere un paio di
scarpe può durare 800/1000 chilometri, ma è del tutto
individuale. In ogni caso, la scarpa, è da cambiare quando il
battistrada è consumato fino quasi a scoprire l’intersuola.
Vediamo alcuni dettagli in particolare:
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La
scarpa si consuma nella parte laterale esterna del tallone,
quando il battistrada è finito, ovvero l’appoggio avviene
direttamente con l’intersuola, cambiare le scarpe;
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La
scarpa è consumata nella parte mediale, il consiglio è di
sostituire la scarpa con una di tipo neutro o con leggero
shank e rivolersi ad un ortopedico per valutare
l’opportunità di inserire un ortesi plantare;
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La
scarpa è consumata all’altezza dei metatarsi, deve essere
sostituita con una scarpa con minore dislivello.
Oltre a
questi accorgimenti, è opportuno valutare l’intersuola,
l’esaurimento della scarpa non avviene soltanto quando si
consuma il battistrada, anche l’EVA, si scarica. Ogni tanto è
opportuno osservare le scarpe dal dietro e valutare se
l’intersuola è diritta oppure ha ceduto all’interno o
all’esterno, se ci sono cedimenti la scarpa è da cambiare.
Come
allacciare le scarpe
Durante
l’allenamento e la gara il piede tende a gonfiare, per questo è
preferibile, non allacciare troppo stretta la scarpa, ma nemmeno
tenere le stringhe troppo lente, perché il piede tende a
“ballare”. Il modo migliore per allacciare le scarpe è fare il
fiocco con le stringhe ed infilare le estremità di esse sopra la
linguetta, evitate di stringere troppo potrebbe creare troppo
pressione sul collo del piede. |